Quando allestiamo un acquario marino, spesso svolgiamo meccanicamente alcune attività come lavare la sabbia corallina e distribuirla sul fondo della vasca. Su tali operazioni tuttavia non ci fermiamo certo a riflettere più di tanto, ma questo è un grosso sbaglio, poiché è sufficiente un’osservazione più approfondita per scoprire che quella che noi chiamiamo semplicemente “sabbia” è in realtà un piccolo mondo, in grado di raccontarci molte storie interessanti.
Se ci muniamo di un microscopio (ma anche con una semplice lente d’ingrandimento si possono ottenere alcuni risultati), abbiamo accesso ad una serie di affascinanti immagini che ci parlano un poco della vita di tutti i giorni nei fondali corallini.
Osserviamo dunque insieme una serie di fotografie che ritraggono alcuni dei componenti della sabbia corallina dei nostri acquari, cercando di comprendere la loro natura.
Fig1:Una manciata di ghiaia corallina è costituita da frammenti di un grande numero di organismi, dai coralli ai ricci di mare e così via.
Fig.2: Quella che a prima vista ci può sembrare l’ala della statua di un angelo scolpita nel marmo da un artista, è in realtà il frammento della conchiglia di un mollusco bivalve, che il moto ondoso ha modellato in tale forma per pura casualità.
Fig.3: Ingrandito 10 volte un frammento di Tubipora, il corallo a “canne d’organo”, mostra già interessanti dettagli…
Fig.4: …ma ingrandito di 60 volte ci appare come un misterioso insieme di caverne marziane (visto il colore!)
Fig.5: Sempre in tema di caverne microscopiche osserviamo come il mare riesce a scavare anche all’interno di un frammento di madrepora.
Fig.6: Sembra un tronco di palma, ma si tratta di un frammento di aculeo di riccio diadema ingrandito 60 volte.
Fig.7: Assomiglia ad un cavatappi, ma è una conchiglia di gasteropode erosa dal moto ondoso e dall’attrito con altri componenti della sabbia.
Fig.8: Una foto “porno” ? No, semplicemente un particolare dell’aculeo di un riccio ingrandito 60 volte.
Fig.9: Sembra un delicato lavoro di un vetraio di Murano, ma con ogni probabilità si tratta dello sclerite di un corallo molle, tipo Dendronephthya.
Fig.10: Ingranditi 60 volte ecco come appaiono i fori dello scheletro di una madrepora che in vita erano occupati dai polipi corallini.