Parte prima: il genere Briareum
Al gruppo degli “Star Polyps” (polipi a forma di stella) appartengono numerose specie di invertebrati di facile allevamento in acquario. Si tratta di organismi appartenenti al grande phylum degli Cnidari, quello per intenderci che comprende anemoni, coralli e meduse. Per essere un poco più precisi diremo che essi fanno parte della classe Anthozoa, sottoclasse Octocorallia, ordine Alcyonacea e sottordine Stolonifera. La nostra divagazione sulla sistematica di tali animali si arresta qui, dal momento che in questa sede desideriamo soprattutto fornire informazioni utili ad allevare con successo gli invertebrati e non trasformare gli acquariofili in zoologi professionisti.
Il gruppo degli “Star Polyps” non deve quindi essere inteso come un’entità tassonomica reale, ma semplicemente come un insieme di animali alquanto simili tra loro in aspetto ed abitudini di vita.
Fatta questa breve premessa, passiamo ad esaminare il primo genere di questi animali: Briareum.
Alcune specie come ad esempio il Briareum asbestinum dei Caraibi, hanno una struttura simile ad una Gorgonia, ma la maggior parte delle specie che si trovano in commercio e che sono di provenienza indonesiana, formano tappeti incrostanti diffusi su substrati duri e molli. La velocità di crescita è notevole e le esigenze sono piuttosto modeste: solo una buona luce ed un acquario privo di alghe filamentose e/o patinose.
Al di sopra di un tappeto incrostante solitamente di colore porpora scuro, rosa pallido o marrone chiaro, si trovano numerosissimi polipi che, quando sono completamente aperti, conferiscono alla colonia un aspetto quasi peloso. I polipi aperti possono arrivare a misurare anche fino a 2 cm di lunghezza, ma se sono chiusi, i loro calici si elevano solo di poco al di sopra del tappeto incrostante che li ospita, a differenza di quanto accade in Pachyclavularia, una specie simile che esamineremo in seguito. Il colore dei polipi è generalmente verde brillante con un centro verde pallido o biancastro non molto ben definito, ma talvolta si incontrano anche colori dal bluastro al bruno o addirittura argentato. I tentacoli dei polipi presentano spesso delle estroflessioni denominate pinnule, che donano loro un aspetto piumoso.
Come già accennato prima, si tratta di una specie robusta che non presenta alcun problema di allevamento anche per il principiante, a patto di garantirle un ‘acquario totalmente privo di alghe filamentose o patinose, le quali possono coprire l’intera colonia impedendo un adeguato apporto di luce. L’illuminazione con lampade HQI è ben sopportata, ma alla lunga può far sbiadire i colori di Briareum. La migliore combinazione di lampade è quella ottenibile affiancando tubi fluorescenti a luce diurna e a luce blu. Non è necessaria alcuna somministrazione di cibo, soltanto l’aggiunta di un buon complesso di oligoelementi e un posizionamento in zone di corrente media e a tratti intensa, al fine di liberare la colonia dal detrito che dovesse cadervi sopra. Se si dispone di un impianto per la generazione di onde si potrà ammirare lo spettacolo del movimento dei polipi aperti che ricorda quello offerto dal vento che fa ondeggiare gli steli delle piante nelle praterie.
L’unica nota negativa è proprio l’eccessiva robustezza e velocità di crescita di questo genere: attenzione a non sistemarlo vicino a coralli duri, dal momento che sarebbe in grado di ucciderli e in breve tempo di ricoprirne gli scheletri. Se lo si sistema sul fondo dell’acquario, si otterrà un delicato e scenografico prato di stelline che si diffonderà in tutte le direzioni.
Talvolta può accadere che l’intera colonia di Briareum si chiuda per alcuni giorni per poi riaprirsi come se nulla fosse accaduto: si tratta probabilmente di una sorta di muta, un po’ come accade per Sarcophyton e Sinularia, altri due Alcionari, di struttura però alquanto diversa. Questo fenomeno tuttavia non sempre accade, dal momento che molti acquariofili non l’hanno mai osservato.
Bibliografia:
Sprung J., Delbeek C. (1997) The reef aquarium (Vol.2) Ricordea Publishing, Inc., Florida.